Archive for aprile, 2011

gatti di aprile.

Comments (1)

Comments (3)

però uno turchino.

Allegria del cronopio

Incontro di un cronopio e di un fama durante la
liquidazione del negozio La Mondiale.
   – Buenas salenas cronopio cronopio.
   – Buonasera, fama. Tregua provala spera.
   – Cronopio cronopio?
   – Cronopio cronopio.
   – Filo?
   – Due, però uno turchino.
   Il fama osserva attentamente il cronopio. Mai a-
prirà bocca prima di essere sicuro che le sue parole
siano le più acconce, perché ha paura delle speranze,
che filano giù per l'aria, quei microbi rilucenti, e per
una parola sbagliata invadono il cuore mite dei cro-
nopios.
     – Fuori piove, – dice il cronopio. – Tutto il cielo.
     – Non ti preoccupare, – dice il fama. – Ho fuori
la macchina e ti accompagnerò. Così i fili non si ro-
vineranno.
     E guarda in alto, ma non vede nessuna speranza e
sospira soddisfatto. E poi gli fa tenerezza la commo-
vente allegria del cronopio che si stringe al cuore i
due fili – uno turchino – e aspetta con il batticuore
che il fama lo inviti a salire sulla sua macchina.

l'Immenso cortázar

Lascia un commento

gli innocui dilettanti.

All'ufficio delle telecomunicazioni di Berlino

Sono lieta che ieri fosse peggio
di com'è oggi. È vero, sulla porta
c'è ancora scritto vietato l'ingresso e non viene
nessuno, e piove molto, ormai
è di nuovo inverno come ieri, dunque come un anno fa.
È stata dura, dei vicini
nessuno. Tanto nessuno viene.

Ieri, eccomi soffocata,
non potevo più gridare,
oggi potrei gridare, sì,
ma è oggi meglio.
sopra di me giocano a birilli, sotto
piallano e segano
gli innocui dilettanti.

In un attimo di panico ho visto nella fessura del muro
uno scarafaggio nero,
si finge morto. Finto morto.
E imparo da lui,
mi fingo morta,
senza figli, senza amanti,
senza radio, senza telefono,
in questa fessura, smarrita
su questo pianeta, in
questa Berlino.
fissata da nessuno o meglio,
da un muro spartifuoco.
in un attimo di panico
mi sento fissata
dalla pazzia. so che
mi fisso da sola.
Un muro spartifuoco l'altra.
senza volto.
da un incendio in estinzione.
incendio inestinguibile.

ing bac

Lascia un commento

vide.

   J'ai recommencé à écrire depuis quelque jours, si
cela pouvait durer. Je ne suis pas tout à fait aussi bien protégé
par mon travail, aussi bien blotti en lui que je l'étais il y a
deux ans, mais il me confère tout de même un sens; ma vie
régulière, vide, démente, ma vie de vieux garçon trouve là
sa justification. Je suis capable de reprendre le dialogue avec
moi-même et mon regard n'est plus fixé sur le vide totale. Il
n'existe d'amélioration possible pour moi que dans cette
voie.

j k, journal

Lascia un commento

scoramento.

Lascia un commento

così stasera siamo in tre.
in avvicinamento, pianopiano.
solita Tragica che sono
che solo mi ha guarito, ma un tempo, limitato,
amore, o medicina, o fumo
ma ho smesso ormai tutte le cose
per scelta, necessità, costrizione.
mi devo tener così, è una fatica.
stasera siamo in tre, dormono e mi preoccupa già lo starnuto
e sarà vita condizionata e limitata, in qualche modo,
e ricca e divertita e non più sola.
di nuovo un gatteggiare.
lavare i piatti piano per non disturbare i sonni.
scegliere i nomi che già so, di una Bellissima storia d'Amore
che ho ascoltato mentre scendevo a sud,
e lui le scrisse frase in iniziali e lei capì.
i tigli erano fasciati con striscia bianca e rossa,
ci costruiscono una casa, oggi non più, chissà se i fogli torneranno
se lui scriveva a lei se stanno ancora insieme se quello grigio è maschio veramente.
che attrezzo sono, e che fatica.
è sempre tutto nuovo e irto e io nanetta, e a questa età.

Lascia un commento

scelta d'azzardo preso i due gatti
semiselvatici essi non m'amano anzi mi strillano o forse li strizzo.
non ho più nessuna qualità, nemmeno l'arte di addomesticare
che fu la mia arte migliore non ho più la pazienza l'attesa
li acchiappo e mi soffiano adesso son di là quello nero
creduto femmina nella cesta col maglione mio blu
il maschio grigio perla disperso
essi son sporchi di sporco di casa son grigi lanetta come tutti i gatti
nella notte, ovviamente, m'ameranno? e perché non lo fanno?
e perché questo mi dice, di nuovo, cose su me?
non m'amano perché io non valgo la pena?
ma come sto messa? così? ma si può?
non farò mai passi avanti, se colleziono conferme,
che poi non ricevo, se tanti m'amano, m'amerò pure io,
se nessuno mi ama, nemmeno i felini, e,t,c,
non che non veda, ma serve?
perché mi viene voglia di riportarli a casa loro,
dalla loro prima proprietaria
e io che li strappavo e lei che diceva bacini bacini e li baciava
e io mi sentivo UNA MERDA una rubagattini
e questi neanche m'amano e la lettiera profumata mi sdegna
eppure ho comprato croccantini -1, scatolette con le stelle,
è così che mi compro l'affetto? perché di ogni cosa devo far corollari?
ma come sto messa? così.

Lascia un commento

un a parte di me.

Lascia un commento

Tristezza del cronopio

All'uscita del Luna Park un cronopio si accorge
che il suo orologio va indietro, che il suo orologio va
indietro, che il suo orologio.
      Tristezza del cronopio quando vede la folla di famas
      che se ne va per Corrientes alle undici e venti, e lui
      oggetto verde e umido, cammina alle undici e un
      quarto.
Meditazione del cronopio: " È tardi, ma meno
tardi per me che per i famas,
per i famas è cinque minuti più tardi,
arriveranno a casa più tardi,
andranno a letto più tardi.
Io ho un orologio con meno vita, meno casa
e meno andarmene a letto
io sono un cronopio disgraziato e umido".
      Mentre beve un caffè al Richmond di Florida, bagna
il cronopio il suo biscotto con le sue lacrime naturali.

[il mio molto amico Julio Cortázar]

Lascia un commento

nessuno a cui parlare sta male se telefono
così mi scrivo, qui, che scendevo in nodo in gola
infatti ho pianto, un ciccinin, fermandomi da alfredo
per acquistare marlboro bianche, ormai,
ma c'era la cameriera che ti getta le cose allora sono uscita,
un ciccinin col rosso in faccia per via di quella strega nella grotta
chi è brutto è brutto e dispettoso diceva nonnalilla
eh beh ti vedo che mi guardi brutta strega, e io sfrignetto verso casa
fantastico sul centro dell'impiego
ci
penso
molto
su
non mi decido
ci penso
perché lavoro, per pagare quella clio?
m'importa? ha senso? perché m'imbriglio? è giusto?
mandarvi tutti in culo?
ad esser retta, mi venderei la clio, se devo lavorare per pagarla,
se devo sopportare quella gente, si tratta di una persona sola,
ad ogni modo, nato l'affetto per altre, invece, si deve tener duro,
tener le briglie, tirarle e tira il morso,
il morso è uno strumento doloroso,
ingiusto?
smettere per non vedere più la brutta faccia, e dopo?
farmi isofaga, di nuovo?
non è il caso, e stoppete (o cloppete).
giornata buona, ad ogni modo, novecento persone, nessun danno,
nessuno scontro nei passaggi stretti, gente piacevole più o meno
ho accompagnato, la signora nel giro di tre ore
che alla fine porge mano e io la stringo,
ma lei mi mette in tasca qualche cosa, dieci euro,
dieci euro sono tanti per la mancia, poiché piaccio, in qualche modo,
o faccio pena o intenerisco, ancora non so bene.
si tratta poi di sopportare gente strega, ma questo succede sempre nella vita,
per quel che ne so, per quel che non so.
sono troppo piccina, faccio il labbrino interiore uèh uèh,
è proprio un bel lavoro, invece, lo so bene.
quello che mi domando è rettitudine interiore,
ovvero vendere la clio, di nuovo, campare con poco o niente,
frugalmente,
se questa è rettitudine o solo la mia anima molto bella
che non si sporca mai le mani
signorina tumistufi abituata troppo bene,
signorina borghesina,
non sopporta lo sguardo degli altri, si può uccidere,
ma lo dice meglio sartre.
spero che l'amica mia del cuore
stia con me durante sabato
per vedere dei dipinti.
domani sono a casa.
mi son svegliata alle sei e mezzo per via che dormo troppo presto.
quattordici persone più tre, più le ottocentotrentotto,
e per com'ero abituata brava bimba piccinina.
ti meriti trentotto sigarette in successione
ti meriti le uova della lindt
ti meriti gli ovetti coi pistacchi
sono stanca, in fondo in fondo,
in cima mi rimane l'energia,
che vorrei ridere, e parlare adesso, e spensierarmi,
e sento sola, come sono.

Comments (2)

storia di me nota di me
com'è cambiato, e'ccòse, e il lato umano.
conosco me, di poco in poco.
arrivare a questa sera, a uscire dalla grotta, alle ore sette,
discendere ridendo perché mi fanno ridere e io li faccio ridere
l'eccentrica, mi sento un po' diversa e discostata,
siamo quattordici persone, e io non mangio pasimata,
il gruppo dei motociclisti il gruppo della pasqua
segnali per entrare e per uscire ed i semafori
la mia paura ormai quando mi chiedono cappuccino
il latte che non monta Mai, quelli che non arrivano
e io vi ho preparato tutto, i depliant col bigliettino
ben arrivati la password del wifi
passarci sopra, questa me coi buchi, tanti buchi,
la torcia nella mano mi faccio rispettare
mi si sbadiglia in faccia a bocca aperta, oh merda,
chiavina per la wooden hut.
questo lavoro che mi toglie tutto il tempo, mi toglie i film in visione
la svizzera e l'erbetta, i pranzi coi parenti dei parenti dei parenti,
stasera con un sacchettino con sformati ed il maiale e il pane fatto in casa
e tre diversi tipi di crostini ERO FELICE
di tornare qui, a casina(o), in macchina cantavo il bicchiere rosso brindo a te,
la sera fumo molte sigarette ahimé.
la vita è un'altra cosa, penso a tratti,
la voglia di sfogarmi e di parlare e di ubriacarmi e di (s)fumare
e di partire, a tratti, la voglia dei due gatti sì li voglio,
e non è il caso in allattamento ancora, oh come li vorrei
non posso, vado a partire tra un due settimane un dieci giorni almeno,
sto meglio senza le abitudini cattive del leggere e dello scrivere, persino,
sto meglio o non ho tempo di star male
nemmeno per un film la sera, a ripassare inglese,
domani sarà giornata a centinaia di persone,
sto bene eppur discosta e non mi conoscete,
son centro del mio mondo, ormai è così, discosta discostata biscottata, molto,
ogni mattina son sbracciata e ogni mattina dicono ma non hai freddo
o brrr ci metti freddo non ti si può vedere
ogni mattina non ho freddo, invece, non ho più niente e non aspetto niente,
ho sbocchi di tristezza rosa sangue, ho sbocchi con battisti e con gli sposi,
passa,
passa,
passa sempre, ormai,
mi cerco di capire,
mi tengo quando riesco,
dormo nel centro del mio letto
son io son mio son miao, miao, miao,
borragine fiorisce appena sotto granaiola, come sempre,
il cuore mio sguaiato allucina guarigioni
semina depliant al ciocco e nel parco dell'orecchiella
si compra la moto va a vivere a verni
accende mutui per avere una casa
si reca a new york nell'albergo di harlem
magari si licenzia per bieca timidezza
per voglia di star male di star prima di star sola
disconosce, è certo, ogni pseudoaiutomedicale,
ha fame di carne e di persona, di baci nella bocca
fond but not in love still kisses with saliva
diceva la canzone.

Lascia un commento

Cascando

1

why not merely the despaired of
occasion of
wordshed

is it not better abort than be barren

the hours after you are gone are so leaden
they will always start dragging too soon
the grapples clawing blindly the bed of want
bringing up the bones the old loves
sockets filled once with eyes like yours
all always is it better too soon than never
the black want splashing their faces
saying again nine days never floated the loved
nor nine months
nor nine lives

2

saying again
if you do not teach me I shall not learn
saying again there is a last
even of last times
last times of begging
last times of loving
of knowing not knowing pretending
a last even of last times of saying
if you do not love me I shall not be loved
if I do not love you I shall not love

the churn of stale words in the heart again
love love love thud of the old plunger
pestling the unalterable
whey of words

terrified again
of not loving
of loving and not you
of being loved and not by you
of knowing not knowing pretending
pretending

I and all the others that will love you
if they love you

3

unless they love you

(S. Beckett, 1936)

Lascia un commento

Trop tard. La douceur de la tristesse et de l'amour.
La voir me sourire dans le canot. Ce fut le plus beau moment.
N'avoir jamais que le désir de mourir et s'accrocher encore,
cela seul est l'amour.

f k, journal

Lascia un commento

quando ho il giorno libero e le cattive abitudini
finisce sempre così, come iersera,
male.
è banalissssima addizione, devo sottrarre un addendo, suppongo,
ma quale?
eh (eh)

Comments (1)

Bambini di luglio

Forza della nostra forza non nati
i miei bambini di luglio, i mostri
che sgambettano con la gamba mutilata, non si sa,
il moncone, non si sa,
la testa perduta.
Forza della nostra forza
la testa perduta,
miei cari bambini
non avrei insegnato loro nulla
li avrei nutriti però, li avrei fatti innamorare
d'altro, d'aria vento
mille cose di luglio
sarebbe stato sempre luglio
nutrito voi mostri
della mia tenerezza
che è per voi spettri aerei
trasformatori del mondo, me lo avreste
trasformato il mondo
e ora trasformate me in morte, in tenerezza
fino alla morte per altro
aria vento il brandello di carta
che strappo, prima che qualcuno
possa leggere cos'è successo
come vi hanno strappati da me
strappata me, strappato a me il brandello
di carta, perché nessuno
sa ancora leggere.

i.b.

Lascia un commento

giraffa di maggio

Lascia un commento

di cui sotto e di cui sopra

per dirla lunga, cioè,
uno dei momenti più emozionanti della mia vita
è stato, iersera, veder apparire i cui sotto,
che stavano in lille due annetti fa,
e in qualche modo ignoto, su cui m'interrogo e fantastico,
sono giunti in pietrasanta, piazza duomo, volando forse,
o navigando molto mare.
che emozione, e peli dritti.
poi la cena in posticino,
poi la corsa fino all'eden, a rischio di patente,
poi un film Meraviglioso che m'ha fatto tanto lacrimare ad occhi alterni
e intenerire e ridere e stare bene, insomma.
anges et démons, coincidenza che mi riconcilia con la vita, tutta,
come vedere un aereo che mi dicono essere nave, l'ammetto,
come in maglietta a nove gradi, come oggi che ho molto da fare, lassù,
e non mi tuffo in piscina, come michel piccolì, e il mio ripieno di merci.

Lascia un commento

ritor_nati


Comments (2)

Si l'on bâtissait la maison du bonheur,
la plus grande pièce serait la salle d'attente.

jules renard

Lascia un commento

Older Posts »